LA STORIA DI ABATE NERO
Nel nome il richiamo ad un mito
Abate Nero, che nel nome evoca la figura dell’abate francese ritenuto il “papà” dello Champagne, nasce agli inizi degli anni ’70 dall’impegno di alcuni amici tra cui Luciano Lunelli, tutti legati al comparto agronomico e del vino, decisi ad elaborare delle “bollicine” sempre e più singolari, buone, prestigiose.
La prima cuvée è assemblata quasi per gioco nel 1973, per provare l’ebbrezza di far rivivere un vino in bottiglia: già dalle prime sboccature, risalenti al 1976, è stato un successo.
La sede produttiva
La prima sede dell’azienda è la profonda cantina di palazzo de Schulthaus nel centro di Lavis,
che aveva un tempo visto anche le prime spumantizzazioni di Giulio Ferrari.
L’ambiente è suggestivo, molto profondo e fresco, tuttavia, passando dalle poche migliaia di bottiglie dei primi anni ad una produzione più consistente,
si rivela logisticamente inadeguato e non più sufficiente;
nel 1980 l’azienda si trasferisce nella nuova e più funzionale cantina di San Lazzaro che è anche la sede attuale.
La sfida, s’è così trasformata in una gioiosa impresa produttiva.
I lunghi affinamenti
Negli anni ’90 l’azienda decide di avviare la produzione di spumanti la cui permanenza sui lieviti sia incrementata di anno in anno e comincia, quindi, ad affinare la selezione alla ricerca di basi di altissima qualità: nel 1988 viene imbottigliata la prima annata della prestigiosa Riserva “Cuvée dell’Abate” Primo storico “Tre bicchieri” con l’annata 2001 e nel 2004 la prima annata del Millesimato “Domini”.
Così come il 1988, anche 2008 è un anno importante per l’azienda in quanto, alla luce dei numerosissimi riconoscimenti ottenuti dai millesimati, il winemaker Luciano Lunelli decide di lanciarsi in una nuova sfida, molto impegnativa, per produrre uno spumante classico a base di Pinot Nero come nella grande tradizione francese: nasce così il “blanc de noir” Millesimato “Domini Nero” a cui si affianca, dalla vendemmia 2012, il Millesimato “Domini Rosé”
La mission
E siamo così giunti ai giorni nostri, ma il carattere originario è però identico: da cinquanta anni produzione artigianale (produzione annuale di circa 70.000 bottiglie), rispettosa dei dettami della spumantistica classica, massima cura di ogni fase, a partire dalla scelta dei lieviti e dal taglio delle cuvée di base, quelle che consentiranno al vino di rifermentare lentissimamente in bottiglia e trasformarsi in Abate Nero.
La pazienza qui è di casa, il vino riposa sui lieviti per la presa di spuma molto più a lungo del solito.
Non stupitevi, dunque, se in etichetta trovate date che risalgono a vendemmie di qualche lustro addietro.
Ogni fase è manuale, per un controllo diretto di ogni singola bottiglia: solo in questo modo Abate Nero raggiunge il suo fascino.